sabato 25 dicembre 2010

Cronache dal palazzo

Approvata al Senato la riforma Gelmini, si pensa adesso a come limare un provvedimento ricco di incongruenze: infatti il ritmo frenetico imposto ai lavori ha fatto sì che praticamente ogni foglietto presente sul banco del presidente dell’assemblea venisse catalogato come emendamento e posto in votazione, anche quelli che vi giacevano da circa un secolo. Ne elenchiamo alcuni. Emendamento 113113.113: all’articolo 14, comma 1, vanno aggiunte le seguenti parole: “M’attizzi da morire quando t’incazzi con l’aula e scuoti quel campanello! Sono stufo di ragazzine imberbi, tu sei una donna vera, ti voglio, ti desidero, appena c’è una pausa raggiungimi alla toilet!” presentato da “il tuo Presidente”. Emendamento 00231.545: l’articolo 27 è sostituito dal presente: “due cappuccini, un caffè schiumato, un cornetto senza crema con amarene e granella a parte: sette euro. Er padrone ha detto che nun je date ‘e cinquecento lire ar posto degli euri comme l’artra vorta, senno se ‘ncazza e ve ce fa’ cadè llui, artro che studenti” presentato da “Nino Mazza er boi der barre in piazza”. Emendamento 00709.023: all’art.67, comma 3675, interno 2, è aggiunta la seguente frase “per questo l’Italia si vede costretta a denunciare il trattato della Triplice Alleanza e dà mandato al ministro della Guerra di procedere alla immediata mobilitazione militare contro l’Austria-Ungheria per liberare i territori nazionali irredenti” presentato da  “Salandra Antonio”. Emendamento 16235.777: all’art.45, comma 7, quarta riga, terza scala a destra, si aggiunge la seguente frase:“si considera sanata ogni eventuale irregolarità riscontrata nella carriera universitaria della sig.ra Mariastella G[omissis], cui vengono conferiti con effetto immediato per meriti straordinari la licenza elementare, la licenza media inferiore, il diploma di media superiore e sette lauree ad honorem a scelta” presentato da M***** S***** G******. Emendamento 09089.007:  all’art. 33 bis, comma 22 ter, riga 65 tombola, è sostituito dal seguente periodo: “si attribuisce al sig. Mazza Giovanni detto Nino la somma di euro 500mila, immediatamente pagabile presso la Tesoreria di Stato dieci secondi dopo l’approvazione della presente norma”presentato da (firma illeggibile).

Viva soddisfazione hanno invece espresso gli studenti ricevuti al Quirinale mercoledì scorso da Giorgio Napolitano; “Il Presidente è stato molto gentile, ci ha offerto degli ottimi biscotti al burro ed uno squisitissimo tè al bergamotto, ascoltandoci senza andare in bagno neppure una volta” hanno detto i ragazzi “poi chi ha raccontato una simpatica favola di quando era comunista. Quindi ci ha congedato esortandoci ad essere sempre buoni, studiare tanto tanto ed andare a letto presto la sera”. Il Presidente della Repubblica ha poi diramato un comunicato ufficiale in cui, dopo aver espresso viva preoccupazione per il futuro della Ricerca in Italia, ha invitato il Governo ad ascoltare le richieste dei giovani. Il Ministro degli Interni, Maroni, intervenendo nel merito, ha risposto di non avere nulla in contrario, purchè vengano a presentarle in Questura, uno per volta e con le mani in alto; Maroni ha poi rassicurato Napolitano sull’efficienza della ricerca, affermando che al più presto saranno trovati e arrestati i dimostranti che hanno fatto casino lo scorso 14 dicembre a Roma.

Comunque la Gelmini, nel tentativo di placare gli animi, ha promesso che subito dopo le feste incontrerà gli studenti, senza precisare chi, come e quando: da fonti ufficiose si è però venuti a sapere che il ministro si recherà la mattina del 6 gennaio presso l’abitazione di ogni ragazzo, a bordo di regolare scopa blu con autoarticolato allegato e scorta della Celere, per consegnare una falso diploma del CEPU, una tonnellata di carbone usato e due colpi di ramazza a tutti coloro che hanno rotto troppo i coglioni in questi mesi.

Si è rivelato un falso allarme la denuncia di alcuni deputatti del PdL circa la presenza di libri sospetti, con potenziale contenuto esplosivo, nascosti in terza fila in uno scaffale della Biblioteca della Camera: i libri in questione erano semplicemente copie della Costituzione Italiana, ormai ricoperti di polvere e ragnatele, che gli artificieri che hanno comunque provveduto a fare brillare per eliminare qualunque rischio eversivo.

Ancora incerte invece le notizie sull’anziano arrestato questa notte con l’accusa di essere il postino dei pacchi bomba recapitati presso diverse ambasciate straniere della Capitale; l’uomo sarebbe stato fermato mentre tentava di introdursi dal camino in un’abitazione privata, portando con sé diversi pliche sospetti, mentre altri involucri di analoga fattura sono stati ritrovati dai Carabinieri in un veicolo fuori produzione e senza targa parcheggiato in sosta vietata sul tetto dell’edificio; gli artificieri li stanno verificando uno per uno ma sarà difficile, perché sembra che il numero sia considerevole. Gli investigatori mantengono il riserbo ma già si parla, accanto alla pista anarco-insurrezionalista, di un nuovo filone socialkeynesiano-redistribuzionista; l’uomo infatti, oltre ad indossare una vistosa tuta da battaglia di colore rosso e parlare con forte accento scandinavo, sostiene di operare a favore di una periodica, seppur limitata, ripartizione della ricchezza. Un ostinato mutismo mantengono invece i sei complici del presunto criminale, fermati anch’essi mentre facevano il “palo” presso il veicolo: uno è stato abbattuto durante l’arresto mentre tentava di incornare un milite, gli altri cinque sono stati messi in isolamento presso un canile di Tor Bella Monaca, perché in carcere scampanellavano tutta la notte cagando dappertutto. Il Wwf, che ha assunto la difesa dei cinque, denuncia il rischio di una nuova Stammheim. L’Unicef teme invece l’estendersi della protesta studentesca ad asili e scuole elementari se il barbuto vecchietto non verrà liberato al più presto.

“Abbiamo evitato una strage, di cui è innegabile la matrice di sinistra” ha dichiarato il senatore Gasparri commentando a caldo l’arresto del sospetto terrorista. L’esponente del PdL è poi ritornato sulla necessità di agire preventivamente contro i sospetti violenti: “Siamo in una situazione di emergenza, occorre arrestare questi potenziali assassini prima che possano agire, anche nel ventre delle loro madri e, se necessario, sopprimerli. Lo Stato deve difendere la vita e le libertà dei cittadini”. Questa affermazione ha suscitato le perplessità di Casini, che ha ribadito il proprio dissenso verso ogni forma di aborto. Gasparri ha specificato che intendeva fucilare direttamente le madri, in quanto covi di organismi eversivi. Il leader dell’UdC, pur mantenendo alcune perplessità, ha detto di essere disposto a prendere in considerazione tale ipotesi per spirito di responsabilità nazionale. “Occorre ispirarsi al modello americano” ha sostenuto Casini, “dove repubblicani e democratici collaborano al di là degli interessi di parte per giustiziare responsabilmente quanti più delinquenti possibile”.

Vivaci commenti ha suscitato l’accordo per la Fiat Mirafiori, che la Fiom ha rifiutato di firmare. “Fin dal primo momento i delegati Fiom hanno tenuto un atteggiamento provocatorio” ha dichiarato la Cisl “entrando in sala senza fare l’inchino e pretendendo di sedersi al tavolo di fronte a Marchionnne anziché acciambellarglisi amichevolmente ai piedi come tutti noi. Dopodichè hanno insistito per esaminare il contratto con una lente d’ingrandimento piuttosto che fidarsi della parola d’onore dell’amministratore delegato”. “La Fiom ha una visione antiquata delle relazioni industriali” ha affermato la Uil “e continua a proporre deleterie divisioni tra capitale e lavoro, mentre dovremmo essere tutti uniti per rompere il culo a quei bastardi di serbi e polacchi che vogliono  soffiarci gli investimenti”. “Occorre collaborare con spirito costruttivo a proposte concrete per rilanciare la produzione” ha rimarcato l’Ugl “perciò proporremo a Marchionne di dedicare una linea alla produzione di cellulari e jeep per le forze dell’ordine, dato l’incremento di domanda che sarà generato dall’intensificarsi di scioperi e manifestazioni contro la crisi; questo a dimostrazione che gli interessi degli imprenditori coincidono con quelli degli operai quando si evitino vetuste pregiudiziali indeologiche” .

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